Attività: traduzione dal catalano verso l'italiano dei contenuti per il Padiglione catalano alla Biennale di Venezia (2019).

Committente: Institut Ramon Llull

 

"Sulla trasversalità e altre discipline artistiche Dal rapporto fortemente voluto con artigiani e artisti scaturisce un desiderio di contaminazione creativa, di apprendimento e di serena curiosità. “Quando è necessario, ponete delle domande all’arte, visto che ha sempre preceduto l’architettura”, invitava a fare Rafael Aranda. Il Musée Soulages è un esempio eloquente di questa filosofia. Non si può comprendere appieno l’edificio se non si considera il vicendevole rapporto di ammirazione e rispetto che intercorre fra l’artista e gli architetti. La sintonia che emerge fra lo spazio architettonico e l’opera pittorica si presenta come indissolubile, ma soprattutto naturale. Un’altra chiave di questa architettura. Semplice non vuol dire facile. La semplicità spesso è nemica della pratica architettonica, sottoposta a processi che distorcono la sua capacità di essere chiara e limpida. Lo spazio pubblico del Teatro La Lira, la Fonderia Barberí, o il Faro orizzontale di Punta Albea dimostrano come la forza della semplicità come risposta architettonica si riveli solenne, elementare e atemporale." "La ricerca del silenzio attraverso il vuoto, il modo di concepire lo spazio architettonico di RCR nell’ambito del paesaggio, e anche dell’architettura domestica, sono evidenti in opere come la Casa Orizzonte e la Casa per un falegname. L’esplorazione costante per suscitare un legame fra la persona e lo spazio attraverso le emozioni plasma la filosofia di tutto il percorso architettonico di RCR."

 

Sono di Tiziana Camerani le traduzioni per il Padiglione Catalano alla Biennale d'Architettura di Venezia 2014. Evento Collaterale, il progetto del Padiglione “Architetture innestate/Grafting Architecture” - è presentato dall'Institut Ramon Llull e curato da Josep Torrents i Alegre con Guillem Carabí Bescós e Jordi Ribas Boldú.

Innestare 1. v. tr. a. In agraria, trasportare e far concrescere sopra una pianta una parte di altro vegetale, in modo da formare un solo individuo.

La Casa Bofarull di Josep Maria Jujol (Tarragona, 1879 – Barcellona, 1949) è il punto di partenza per scoprire una modalità architettonica espressa in numerosi edifici, in cui l’architetto si confronta con una struttura preesistente, fisica o meno, e dà vita a un’opera in cui gli strati nuovi si fondono armoniosamente con quelli vecchi. L’esposizione presenterà il processo di progettazione e costruzione, e la percezione, di una serie di esempi di architettura catalana che si apre con l’opera di Jujol. ___ 1. Introduzione La Catalogna torna agli Eventi Collaterali della 14ª Biennale d’Architettura di Venezia con il progetto “Architetture innestate/Grafting Architecture”, curato da Josep Torrents i Alegre con la collaborazione di Guillem Carabí Bescós e Jordi Ribas Boldú. La proposta curatoriale, selezionata da una giuria tramite un concorso pubblico indetto dall’Institut Ramon Llull (IRL), promotore della partecipazione della Catalogna alla Biennale, intende mostrare i mutamenti in essere nell’architettura catalana contemporanea e presentare esempi di un modus operandi capace di attualizzare una tradizione viva, proiettandola verso il futuro. A selezionare il progetto, una giuria presieduta da Lluís Domènech i Girbau, dottore architetto, presidente di “Arquitectes per l’Arquitectura” e autore di diversi libri sul Modernismo, e composta da Lluís-Xavier Comerón, decano del Collegio di Architetti della Catalogna (COAC); Fernando Marzá, responsabile Area Cultura del COAC; Fèlix Arranz e Jordi Badia, curatori del progetto catalano presentato alla Biennale d’Architettura 2012; Carme Pinós, architetto; Olga Felip, architetto, e Àlex Susanna, vicedirettore dell’IRL al momento del concorso. L’Institut Ramon Llull presenta per la seconda volta la Catalogna agli Eventi Collaterali della Biennale d’Architettura di Venezia, dopo aver partecipato all’edizione del 2012 con il progetto “Vogadors/Architectural Rowers”, curato da Jordi Badia e Fèlix Arranz. Dal 2009, la Catalogna è presente anche agli Eventi Collaterali della Biennale d’Arte. L’Institut Ramon Llull è un consorzio costituito dalla Generalitat de Catalunya e dal Comune di Barcellona, con l’obiettivo di promuovere e diffondere la lingua e la cultura catalane in tutte le loro espressioni. A tale scopo, l’Institut Ramon Llull sostiene le politiche di relazioni esterne nel settore culturale delle istituzioni consorziate e contribuisce al consolidamento dei marchi Cultura Catalana, Catalogna e Barcellona dal punto di vista culturale. 2.  “Architetture innestate / Grafting Architecture”: il concept L’innesto è una pratica che consiste nell’inserire una porzione di una pianta (provvista di una o più gemme) in un ramo o in un tronco di un’altra pianta al fine di unirle in modo permanente, come fa il viticultore che innesta nel piede della vite in terra la talea di un’altra varietà di uva. Dall’appropriata unione di piede e talea derivano la qualità della nuova uva e l’eccellenza del vino successivamente prodotto. In architettura si riscontrano frequenti analogie con questa pratica botanica. L’innesto di un determinato elemento in uno preesistente, sia esso o meno fisico, dà origine a un edificio che assomma e fonde armoniosamente le caratteristiche del vecchio e del nuovo. Non c’è secolo che non abbia lasciato i suoi esempi di architettura innestata. Nel panorama catalano è soprattutto nell’ultimo quarto del XX secolo e agli inizi del XXI che questo concetto si esprime più copiosamente e si declina in tipologie e dimensioni disparate raggiungendo risultati brillanti. Il concetto di innesto trasmette un’idea e un messaggio: l’idea di un organismo nuovo che, riassumendo in sé i punti di forza degli elementi da cui è nato, è più vigoroso dei singoli organismi che lo hanno generato, e da questo un messaggio di crescita e di rinnovamento. “Architetture innestate” parla di un modus contemporaneo che accomuna progetti e architetti di epoche diverse, e presenta gli edifici, portatori di un senso nuovo al luogo in cui sorgono, nella loro peculiarità e unicità. 3. La mostra Il punto di partenza di “Architetture innestate” è costituito dalla ristrutturazione della Casa Bofarull (1913-1933), una delle opere capitali di Josep Maria Jujol (1879-1949). Nel modus operandi dell’architetto tarragonese si ravvisa un atteggiamento che si riscontra in numerose realizzazioni architettoniche del secolo scorso, basato su un intenso dialogo con elementi preesistenti, fisici o meno. Tale modus si esprime nello sviluppo di progetti in cui elementi nuovi vengono innestati in strutture esistenti come una talea in una pianta. Per due decenni e con lunghe interruzioni, Jujol disegna e dirige la costruzione delle soluzioni architettoniche che nobiliteranno la Casa Bofarull. Progetto, costruzione e uso si combinano per dare corpo a un’opera alla cui creazione partecipano in parti uguali l’universo personale dell’architetto e gli stimoli e i suggerimenti offertigli dal Camp de Tarragona. La progettazione di Casa Bofarull è oggi ampiamente documentata grazie agli oltre cento disegni conservati nell’archivio Jujol, i quali tracciano un percorso fra i primi schizzi che descrivono lo stato della casa nel 1913, forse eseguiti nell’estate in cui l’architetto incontra le signore Bofarull, e gli ultimi disegni con le soluzioni individuate per il pavimento, che Jujol realizzerà nell’atrio dell’abitazione. Il filo conduttore dell’esposizione catalana è rappresentato dalla descrizione dei vari progetti attraverso il loro PROCESSO architettonico e la PERCEZIONE degli edifici una volta completati. Ogni edificio è considerato nella sua peculiarità e unicità, e non come opera facente capo a un movimento. Edifici selezionati

  • Ristrutturazione della Casa Bofarull (1913-1933, Josep Maria Jujol, Els Pallaresos)
  • Appartamenti nel sottotetto della Pedrera (1953-1955, Francisco Juan Barba Corsini, Barcellona)
  • Restauro della chiesa dell’Hospitalet (1981-1984, José Antonio Martínez Lapeña ed Elías Torres Tur, Ibiza)
  • IIS La Llauna (1984-86, Carme Pinós ed Enric Miralles, Badalona)
  • Caldareria piccola, ristrutturazione di una casa a schiera (2001-2002, Calderon - Folch - Sarsanedas Arquitectes, Gelida)
  • Museo Can Framis (2007-2009, Jordi Badia BAAS Arquitectura, Barcellona)
  • Spazio pubblico Teatro La Lira (2004-2011, RCR Arquitectes [Rafael Aranda, Carme Pigem i Ramon Vilalta] e Joan Puigcorbé, Ripoll)
  • Appartamento Juan (2011, Vora arquitectura [Pere Buil i Toni Riba], Barcellona)
  • Auditorium della chiesa di San Francesco (2003-2011, David Closes, Santpedor)
  • Tre stazioni della linea 9 della metropolitana: Amadeu Torner, Parc Logístic e Mercabarna (2008-2011, Garcés - De Seta - Bonet Arquitectes [Jordi Garcés, Daria De Seta e Anna Bonet] e Ingeniería Tec-4 [Ferran Casanovas, Antonio Santiago e Felipe Limongi], Barcellona)
  • Spazio di diffusione del tumulo/dolmen megalitico (2007-2013, Toni Gironès, Seró, Artesa de Segre)
  • Clínica Arenys – Can Zariquiey (2006-2013, Josep Miàs Arquitectes [Josep Miàs], Arenys de Munt)
  • Centro culturale Casal Balaguer (1996 - in corso, Flores&Prats Arquitectes [Eva Prats e Ricardo Flores] e Duch-Pizá Arquitectos [M. José Duch e Francisco Pizá], Palma)
  • Restauro paesaggistico della discarica della Vall d’En Joan a Begues (2002 - in corso, Enric Batlle, Joan Roig e Teresa Galí, Parco Naturale del Garraf)
  • Edificio di 94 abitazioni sociali (2012 – in corso, Josep Llinàs, L’Hospitalet de Llobregat)
  • Progetto di riqualificazione del quartiere di Adhamiya (2012 - in corso, AV62 Arquitectos [Victòria Garriga e Toño Foraster] e Pedro García del Barrio - Pedro Azara, Bagdad).

 

 

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