Se avete ben guardato queste foto, non vi sarà stato difficile riconoscere il talentuoso, poliedrico, onirico, imprevedibile Vinicio Capossela.
E al suo fianco, sotto i riflettori e un cappello di paglia ci sono io!
No, non sono lì per esibirmi in evoluzioni canore – anche se avrei saputo intonare tutti i suoi brani – ma per creare un ponte linguistico tra l’artista e il pubblico, per lo più greco.
Quella notte le stelle di Creta rilucevano più che mai e Vinicio Capossela era uno degli ospiti d’onore per il concerto dedicato al lirista cretese e leggenda vivente, Antonis Xylouris, detto Psarandonis.
Rivivo tuttora la gioia e la frizzante ansia di quella nottata d’agosto ad Anogeia.
In modo del tutto inatteso, il Caso mi ha catapultata su un palco accanto a uno degli artisti italiani più amati (da me molto!).
Questo è stato, senz'altro, uno dei grandi doni ricevuti dalla traduzione, dalla lingua greca e dalla terra degli Dèi.
E il canto dice nascosto nel tempo
Con voce di pietra:
"Siamo due coste di rupe
Aspettiamo un terremoto
Per unirci di nuovo
In un solo canto"
Fotografie di Panos Mamatzakis
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