Se avete ben guardato queste foto, non vi sarà stato difficile riconoscere il talentuoso, poliedrico, onirico, imprevedibile Vinicio Capossela.
E al suo fianco, sotto i riflettori e un cappello di paglia ci sono io!
No, non sono lì per esibirmi in evoluzioni canore – anche se avrei saputo intonare tutti i suoi brani – ma per creare un ponte linguistico tra l’artista e il pubblico, per lo più greco.
Quella notte le stelle di Creta rilucevano più che mai e Vinicio Capossela era uno degli ospiti d’onore per il concerto dedicato al lirista cretese e leggenda vivente, Antonis Xylouris, detto Psarandonis.
Rivivo tuttora la gioia e la frizzante ansia di quella nottata d’agosto ad Anogeia.
In modo del tutto inatteso, il Caso mi ha catapultata su un palco accanto a uno degli artisti italiani più amati (da me molto!).
Questo è stato, senz'altro, uno dei grandi doni ricevuti dalla traduzione, dalla lingua greca e dalla terra degli Dèi.
E il canto dice nascosto nel tempo
Con voce di pietra:
"Siamo due coste di rupe
Aspettiamo un terremoto
Per unirci di nuovo
In un solo canto"
Fotografie di Panos Mamatzakis
Traduzione ritmica in italiano del Rondeau de la Baronne, da La vie parisienne di Jacques Offenbach
Je suis encor toute éblouie, toute ravie Ah ! quel tableau pour mes yeux surpris ! Je reviens charmée, enivrée, enthousiasmée ! Enfin, ce soir, j’ai vu Paris. Des toilettes étourdissantes, Des fronts chargés de diamants Et lorgnant ces femmes charmantes Force petits messieurs charmants. J’arrive, j’entre dans la salle, Et je m’installe Sous des regards curieux Tout d’abord, deux femmes divines Mes voisines Par leur éclat, frappent mes yeux. Toutes deux, elles étaient belles, Mais à faire perdre l’esprit. Je demande qui donc sont-elles ? Et voilà ce que l’on me dit : L’une est une femme à la mode, Assez commode, Et l’orchestre est plein de ses amants, L’autre, ah ! l’autre est une comtesse Et sa noblesse A plus de cinq ou six cents ans. Examinez bien leur toilette Et quand vous aurez vu, parlez, Dites quelle est la cocodette Et quelle est la cocotte, allez. Je regardai, même frisure, Et même allure, Même regard impertinent, Même hardiesse à tout dire, Même sourire, Allant aux mêmes jeunes gens. Pour choisir ne sachant que faire Je dis : la grande Dame est là, C’était justement le contraire. Mais comment deviner cela ! Et pendant ce temps, de Rosine La voix mutine Chantait les airs de Rossini. Et toute la salle grisée Electrisée Battait des mains à la Patti. J’eus aussi mon succès, je pense, Car, en partant, dans le couloir, Je vis une énorme affluence Des gens se pressant pour me voir. Oui, pour me voir. Ah ! Ah ! Je suis encore toute éblouie, toute ravie, Ah ! quel tableau pour mes yeux surpris ! Je reviens charmée, enivrée, enthousiasmée, Enfin, ce soir, j’ai vu Paris Enfin, ce soir, j’ai vu Paris Enfin, ce soir, j’ai vu Paris ! |
Ho ancora l’occhio pieno, pieno di sorpresa Mai brillò tanto così! Sono esaltata, ebbra, catturata, presa Stasera ho visto Paris. Che tolette mirabolanti, I colli pieni di bijù E a guardare le dame affascinanti Aristocratici signur. Arrivo, entro nella sala, E son scortata Dall’altrui curiosità Lo sguardo sulle mie vicine Due divine Non riesco più a staccar. Tutte e due erano belle, ma da togliere il respir. Chiedo chi sono le gentildonne? Questo è quanto mi sento dir: Una è una dama assai alla moda, Generosa, Ha nell’orchestra ottanta amor, L’altra è all’opposto blasonata E ha una casata D’antichissimo splendor. Esaminatene bene la tenuta E provate a dirmi un po’, Or chi è dunque la dama titolata E chi è invece la cocò. Vedo un’uguale acconciatura, E andatura, Stesso sguardo da sotto in su, Impertinente il loro viso, Col sorriso, Rivolto anche alla gioventù. Per capire, non so come fare E dico: la gran Dama è là, “È sbagliato, provate a ritentare”, Come potevo indovinar? E frattanto di Rosina La voce birichina Finiva la nota cavatina. E tutto il teatro inebriato Elettrizzato Applaudiva l’Adelina. (recit.): Patti, naturalmente! Ho avuto anch’io il mio momento, perché entrando nel foyer, ho scorto un grande assembramento raccoltosi per vedere me. Sì, per vedere me! Ah! Ho ancora l’occhio pieno, pieno di sorpresa Mai brillò tanto così! Sono esaltata, ebbra, catturata, presa Perché ho visto Paris, Perché ho visto Paris Perché ho visto Paris! |
Io (voce) e Stefano Chiani (piano) in una cover di Henri Salvador, Faire des ronds dans l'eau, scritta da Benjamin Biolay et Keren Ann e contenuta nel bellissimo album del 2000 "Chambre avec vue".
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