Uno dei miei sogni editoriali proibiti è tradurre un'antologia di Alfonsina Storni, poetessa argentina (ticinese di nascita) del primo Novecento, morta suicida a Mar del Plata.
Molti conoscono forse l'emozionante canzone di A. Ramírez e F. Luna, nata dall'ultima poesia di Alfonsina (Voy a dormir), "Alfonsina y el mar".
Indimenticabile l'interpretazione di Mercedes Sosa. Riflettevo ieri su una riflessione di Walter Siti sul poco spazio che si dedica oggi alla poesia - elaboro: in un mondo che straborda di ansia comunicativa, manca il silenzio, luogo-madre della poesia.
Oggi allora (mercoledì, ma per me domenica) ho chiuso telefono, whatsapp, gmail e nel silenzio ho tradotto "Y tú?", in una prima versione esplorativa. Non sono convinta di "levigato" ma confido in nuove idee al prossimo silenzio. -------
E tu? Sì, vivo, erro, mi muovo; acqua che scorre e mulina, sento la vertigine feroce del movimento, l’odore della selva, a nuova terra approdo. Sì, mi muovo, forse bramo soli, aurore, tempesta e oblio: e tu che fai, levigato e gramo? Sei il sasso accanto al quale passo. ---
¿Y TÚ? Sí, yo me muevo, vivo, me equivoco; agua que corre y se entremezcla, siento el vértigo feroz del movimiento: huelo las selvas, tierra nueva toco. Sí, yo me muevo, voy buscando acaso soles, auroras, tempestad y olvido. ¿Qué haces allí misérrimo y pulido? Eres la piedra a cuyo lado paso.
Traduzione ritmica in italiano del Rondeau de la Baronne, da La vie parisienne di Jacques Offenbach
Je suis encor toute éblouie, toute ravie Ah ! quel tableau pour mes yeux surpris ! Je reviens charmée, enivrée, enthousiasmée ! Enfin, ce soir, j’ai vu Paris. Des toilettes étourdissantes, Des fronts chargés de diamants Et lorgnant ces femmes charmantes Force petits messieurs charmants. J’arrive, j’entre dans la salle, Et je m’installe Sous des regards curieux Tout d’abord, deux femmes divines Mes voisines Par leur éclat, frappent mes yeux. Toutes deux, elles étaient belles, Mais à faire perdre l’esprit. Je demande qui donc sont-elles ? Et voilà ce que l’on me dit : L’une est une femme à la mode, Assez commode, Et l’orchestre est plein de ses amants, L’autre, ah ! l’autre est une comtesse Et sa noblesse A plus de cinq ou six cents ans. Examinez bien leur toilette Et quand vous aurez vu, parlez, Dites quelle est la cocodette Et quelle est la cocotte, allez. Je regardai, même frisure, Et même allure, Même regard impertinent, Même hardiesse à tout dire, Même sourire, Allant aux mêmes jeunes gens. Pour choisir ne sachant que faire Je dis : la grande Dame est là, C’était justement le contraire. Mais comment deviner cela ! Et pendant ce temps, de Rosine La voix mutine Chantait les airs de Rossini. Et toute la salle grisée Electrisée Battait des mains à la Patti. J’eus aussi mon succès, je pense, Car, en partant, dans le couloir, Je vis une énorme affluence Des gens se pressant pour me voir. Oui, pour me voir. Ah ! Ah ! Je suis encore toute éblouie, toute ravie, Ah ! quel tableau pour mes yeux surpris ! Je reviens charmée, enivrée, enthousiasmée, Enfin, ce soir, j’ai vu Paris Enfin, ce soir, j’ai vu Paris Enfin, ce soir, j’ai vu Paris ! |
Ho ancora l’occhio pieno, pieno di sorpresa Mai brillò tanto così! Sono esaltata, ebbra, catturata, presa Stasera ho visto Paris. Che tolette mirabolanti, I colli pieni di bijù E a guardare le dame affascinanti Aristocratici signur. Arrivo, entro nella sala, E son scortata Dall’altrui curiosità Lo sguardo sulle mie vicine Due divine Non riesco più a staccar. Tutte e due erano belle, ma da togliere il respir. Chiedo chi sono le gentildonne? Questo è quanto mi sento dir: Una è una dama assai alla moda, Generosa, Ha nell’orchestra ottanta amor, L’altra è all’opposto blasonata E ha una casata D’antichissimo splendor. Esaminatene bene la tenuta E provate a dirmi un po’, Or chi è dunque la dama titolata E chi è invece la cocò. Vedo un’uguale acconciatura, E andatura, Stesso sguardo da sotto in su, Impertinente il loro viso, Col sorriso, Rivolto anche alla gioventù. Per capire, non so come fare E dico: la gran Dama è là, “È sbagliato, provate a ritentare”, Come potevo indovinar? E frattanto di Rosina La voce birichina Finiva la nota cavatina. E tutto il teatro inebriato Elettrizzato Applaudiva l’Adelina. (recit.): Patti, naturalmente! Ho avuto anch’io il mio momento, perché entrando nel foyer, ho scorto un grande assembramento raccoltosi per vedere me. Sì, per vedere me! Ah! Ho ancora l’occhio pieno, pieno di sorpresa Mai brillò tanto così! Sono esaltata, ebbra, catturata, presa Perché ho visto Paris, Perché ho visto Paris Perché ho visto Paris! |
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